domenica 8 maggio 2011

MONTSERRAT, LE SS E IL CASTELLO DEL GRAAL parte seconda


Quando nell’800 grazie al rifiorire delle passioni romantico-esoteriche tornò in auge il tema del Graal e della sua ricerca cominciarono a svilupparsi alcuni inquietanti gruppi occultistici da cui prese spunto il Nazismo. Ecco che Richard Wagner vi trovò ispirazione per creare il suo Parsifal che riprendeva la storia duecentesca di Wolfram von Eschenbach e ambientava la ricerca del Santo Graal appunto nella Catalogna pirenaica. Ora Montserrat non è a ridosso dei Pirenei però non è neppure lontano. Siamo di fronte a un collegamento? Ancora una volta non v’è alcuna certezza ma tanto bastò anni dopo a interessare Heinrich Himmler, capo delle Schutzstaffels, le famigerate SS. Himmler, occultista fanatico per anni legò cercò oggetti che confermassero le origini ariane (e quindi atlantideo-aghartiane) del popolo germanico. Girò tutto il mondo, dal Tibet allo Yucatan, alla ricerca di reperti/reliquie in grado di dimostrare questa discendenza che per lui significava superiorità. Ecco che quindi scoprì il Montsalvaesche wagneriano e le leggende catalane che dicevano che il Santo Graal si trovata qui, sorvegliato dalla Moreneta.
Himmler irruppe a Montserrat il 23 ottobre 1940, apparentemente senza trovare alcun reperto. La Spagna comandata dal Generalissimo Franco, non portò al popolo tedesco, che tanto lo aiutò, il dono degli oggetti desiderati. Himmler a Montserrat si scontrò con l'indifferenza dei benedettini che lo trattarono con sufficienza. A Barcellona gli furono rubate tutte le sue carte esoteriche, probabilmente dai servizi segreti inglesi, e anche la visita alla cripta della Sagrada Familia, in cui si dice che Gaudì fece sotterrare l'oggetto che Berengére Sauniere gli consegnò, fu cancellata a causa infiniti lavori di costruzione.
C’è chi dice che gli straordinari pinnacoli che sovrastano l'abbazia di Montserrat assomiglino a elefanti, a faraoni, a due soldati con tanto di lancia. Innegabile è comunque lo strano fenomeno ottico che i pinnacoli, attraverso il gioco di luci e ombre dei canaloni, assumano forme assai conosciute. C’è chi dice che quelle rocce siano state scolpite da artisti egizi: elefanti, faraoni, soldati. C’è chi sostiene che Montserrat sia un autentico santuario egiziano vecchio di millenni, eroso da cinquanta secoli di piogge e vento. Ipotesi fantasiosa ma è certo che però la vicina Barcellona potesse essere un santuario isiaco con tanto di scarabeo sacro disegnato nel terreno e visibile solo dall'alto. C’è un collegamento tra i pinnacoli alti 1200 metri di Montserrat e i Colossi di Memnon?

venerdì 29 aprile 2011

MONTSERRAT, LE SS E IL CASTELLO DEL GRAAL parte prima


Ma quale è il legame tra la Moreneta di Montserrat e i Catari e soprattutto i Nazisti? Perché c’è chi crede che la statua cristianizzata della dea Iside custodisca il Santo Graal?
Ora qualcuno sostiene che Berengére Sauniere, parroco di Rennes-le-Château, consegnò un misterioso oggetto ad Antoni Gaudì perché venisse sepolto/nascosto nella Sagrada Familia. Rennes-le-Château è considerato uno dei luoghi più controversi del nostro pianeta. Questo paesino è collegato in maniera indissolubile alla figura della Maria Maddalena intesa come moglie di Gesù. Chiaramente questo fatto è considerato inaccettabile dai Cristiani ma invece è pienamente, era pienamente, creduto dai catari. Ormai si da per assodato che in questo paesino sconosciuto, almeno fino a pochi anni fa, dotato di una insolita Triplice Cinta e della Porta Coeli, l'abate, Berengére Sauniere trovò, durante dei lavori di ristrutturazione, alcuni documenti risalenti all'epoca visigota.
Tutta la zona fu, per secoli, l’ultimo rifugio dei Catari, la setta gnostica che fu annicchilita dalle forze cristiane addirittura con una crociata chiamata “degli Albigesi”. Ma torniamo a noi: cosa trovò Sauniere? Non lo sappiamo con certezza, quello che è certo è che subito fu convocato d'urgenza a Parigi, dal cardinale di Francia, per discuterne. Dopo alcuni contatti con il Vaticano, gli fu ordinato di chiudere e sigillare il tutto. Ma qualcosa andò storto, in quanto Sauniere divenne ricchissimo in breve tempo e, su consiglio della cantante lirica Emma Calvé, donò appunto un oggetto misterioso a Antonì Gaudì.
Di cosa si trattava? Indubbiamente si trattava di qualcosa di non molto grande, forse qualche ornamento d'oro depredato dai barbari nelle loro razzie. Cronologicamente poi ci furono le crociate apparentemente per il controllo del meridione della Francia: da una parte le eretiche Provenza e Linguadoca, libertarie e tolleranti verso religione e cultura e di impostazione filo-catara, e dall'altra il nord filo-cattolico. La crociata  fu di una brutalità inaudita: episodi inumani e i roghi degli adepti dell'eresia catara illuminavarono centinaia di notti. Il tutto durò trent'anni e i catari si rifugiarono sui monti più alti, celebre la fortezza di Montsegur, nei pressi di Rennes-le-Château, per resistere strenuamente. E fu in questa caccia all’eretico che nacque l'Inquisizione. Ma perché? Per quale motivo il Vaticano temeva così tanto questa setta che era diffusa ma circoscritta alle zone della Francia meridionale? Mistero, così come è misterioso il fatto che a questa crociata non parteciparono né i Templari né i cavalieri Ospitalieri, l'odierno Ordine di Malta.
Ora se è vero che i Catari furono associati per lungo tempo all'iconografia del Graal forse abbiamo una risposta.
Va notato che secondo i Catari Gesù non era figlio di Dio e non morì sulla croce. Per loro si trattava di una sorta di re-sacerdote, forse come Melkisedek di Ur,  che scambiò con il profeta Abramo la Coppa della Conoscenza, ricavata dalla gemma che cadde a Lucifero durante la battaglia degli angeli decaduti. I Catari la associavano al Santo Graal che passò di mano in mano da Giacobbe, a Mosé, da Davide, a Salomone fino a giungere agli Esseni che la passarono a quella che ritenevano a reincarnazione del Melkisedek originario: Gesù il re del mondo. Inoltre per i Catari Gesù non morì sulla croce ma si salvò grazie all'aiuto del fratello Giacomo. In seguito raggiunse la moglie-sacerdotessa Maddalena in Francia dove diede vita alla stirpe dei Merovingi. Fu dopo l’intervento del carolingio Carlo Martello, che i discendenti di Gesù migrarono nel sud della Francia. Ecco che quindi, secondo queste tesi catare, il Graal è stato nascosto da qualche parte dai catari che calandosi dalle rocce a picco di Montsegur durante l'assedio crociato, riuscirono a sottrarsi al massacro. Ma dove si trova ora? Era davvero la coppa-gemma di Melkisedek? Non c’è risposta neanche questa volta. L’unico aggancio è che il trovatore Wolfram von Eschenbach, autore del Parzifal scrive quest’opera, ambientata in un castello del Graal situato sui Pirenei, che si chiama Montsalvesche, che custodisce al suo interno la reliquia, che non è la coppa del calice dell'Ultima Cena di Gesù ma una pietra, chiamata "Lapsit Exilis" (pietra del cielo). Una pietra del cielo, come celeste era la gemma luciferina. Fatto sta che in tedesco Montsalvaesche significa Monte Salvato, Monte Sagrato, Monte Serrato…

giovedì 21 aprile 2011

LA MORENETA DI MONTSERRAT E’ DAVVERO IL SIMULACRO DI ISIDE? parte seconda

 


Ecco allora che questo monastero, incastonato tra i picchi, conserca al suo interno la singolare statua della Moreneta, la Madonna Nera. Alla Moreneta si sale con una ripida rampa di scale che sale dalla navata destra. Secondo alcuni visto che uno dei più grandi propugnatori di Iside fu Napoleone, il quale aggiunse la stella Sirio, simbolo Isiaco, allo stemma di Parigi come a sottolinearne l'origine, quando conquistò la Spagna fece cannoneggiare il santuario di Montserrat per liberare la Moreneta, cioè Iside, che era prigioniera della religione usurpatrice. In ogni modo il bombardamento fu vano e l'abbazia benedettina, fondata nel 1025 si è sempre costantemente ampliata. Oggi c’è perfino una strada asfaltata! Ma i pellegrini che ormai vi si recano a frotte sembrano non notare le tante stranezze: 
1) l'incredibile spostamento dell'ago della bussola che avvinee all'interno della chiesa, esattamente nella navata sinistra all'altezza della cappella dedicata a Cristo con le croci templari; 
2) le grotte che si aprono improvvise un po' ovunque nel terreno circostante che si dice siano popolate fin dalle Invasioni Barbariche di comunità di eremiti che non vogliono essere disturbati; 
3) del famoso quanto misterioso enorme lago sotterraneo nelle viscere della montagna raggiungibile da alcune gallerie e da vari tunnel ben occultati. 
4) Qui quando si fulmina qualche relé, gli elettricisti vengono fatti scendere bendati nelle profondità scavate nella roccia di arenaria e fatti lavorare guardati a vista dai monaci benedettini. Perché? Cosa c’è là sotto? 
5) C’è poi, sempre qui una ampia casistica ufologia, ora se diamo per assodata la tesi più scettica, quella che cioè le luci degli Ufo che appaiono nel cielo attorno ai picchi siano in realtà “solo” fulmini globulari, allora dobbiamo chiederci: perché qui il campo magnetico cambia e li attira? 
6) E se la Moreneta è soltanto una statua di Iside sfuggita alla distruzione cristiana e in seguito utlizzata come immagine della Madonna Nera, perché in questo luogo sono nate decine di strane vicende durante la II Guerra Mondiale? Cosa c’è a Montserrat? 
Il prossimo post svelerà le strane spedizioni dei nazisti in questo luogo misterioso.

domenica 17 aprile 2011

LA MORENETA DI MONTSERRAT E’ DAVVERO IL SIMULACRO DI ISIDE? parte prima

 




È possibile associare alla statua della Madonna Nera, venerata da migliaia di persone ogni anno in un luogo misterioso e inaccessibile in piena Catalogna(Manresa), popolato da luci misteriose e anomalie magnetiche, alla dea egizia Iside?

Manresa è poco più di un villaggio eppure è conosciutissima proprio perché è considerata uno dei luoghi più santi del Spagna visto che qui si erge il santuario mariano di Montserrat. Montagna incredibile, basta vederla per accorgerene: cime di arenaria alte un chilometro che emergono dalla pianura sottostante come vi fossero stati conficcati dall’alto. Siamo non lontani dalla capitale catalana, appena 60 km! I sentieri nei boschi però si inerpicano attraverso panorami mozzafiato e ovunque si trovano immagini cattoliche e di santi, eppure sono centinaia, se non migliaia gli avvistamenti di luci misteriose nel cielo, fulmini globulari che sfrecciano tra i picchi ad altissima velocità? Forse, non vi è certezza di alcunché. Le cronache riportano che nel 1345 una sfera ardente penetrò addirittura all'interno della chiesa e qui rimase sospesa per qualche istante proprio sotto gli occhi stupiti dei monaci. Nel 1977 Luis José Grifol avvistò un Ufo, ma la cosa più strana è che si dice che tuttora, ogni 11 del mese, durante la notte appaiano nel cielo luci insipegabili.. Ufo? Chi può dirlo. Certo è che oltre agli Ufo, altri insoliti fenomeni accaddero subito prima la Seconda Guerra Mondiale.

Montserrat, che significa monte seghettato, ma anche monte chiuso o monte sacro, divenne famoso quando intorno all'880 d.C. due luci che orbitavano in una grotta, ispirarono due pastorelli che rinvenirono quella che venne definita "l'effige della Madonna". Si trattava di una statua di pioppo alta quasi un metro raffigurante una donna dalla pelle nera abbigliata con un vestito dorato, seduta e benedicente, con sulle ginocchia un bambino con la carnagione scura e benedicente.


Le statuette sono probabilmente di epoca tardo romana o bizantina, nelle mani la donna tiene una sfera sormontata da una croce mentre il bambino ha una pigna di pino. I colori e la posa non fanno pensare a qualcosaltro. La statua con la pelle nera fu battezzata subito la Moreneta, anche perché la donna è raffigurata in modo identico a Iside secondo l'iconografia romana. La sua storia risale ai primi millenni della storia egizia e si perde nelle leggende risalenti alla notte dei tempi. All'epoca di Cesare e Cleopatra i legionari romani furono scoprirono il culto isiaco e ne rimasero affascinati a tal punto dal portarlo a Roma e diffonderlo in tutte le terre del vasto impero. L'adorazione di Iside, ebbe una grande influenza tra gli strati bassi della popolazione ma poi proibita dal Cristianesimo in quanto era troppo simile alla Madonna madre di Gesù. E gli antichi cristiani avevano ragione, le coincidenze sono notevoli, in quanto in un certo senso Iside è la Madre del Salvatore: Horus, il vendicatore del padre Osiride e colui che ristabilisce la pace e l'ordine sulla Terra devastata dalle azioni del malvagio Set.

I parallelismi sono stupefacenti: Set come Satana, Horus come Gesù che nasce per salvare l'umanità dal Male. Davvero troppo simile il credo isiaco per la religione cristiana, che a partire dal 380 dopo Cristo divenne la confessione ufficiale dell'Impero Romano. Purtroppo il Cristianesimo divenne una liturgia assolutistica ed estremamente repressiva, distruggendo e devastando impunemente, allo stesso modo di quando era perseguitata, ogni traccia delle precedenti antiche religioni. E il sincretismo fu la ciliegina sulla torta, con questa scusa infatti il Cristianesimo cannibalizzò ogni aspetto delle religioni pagane precedenti: la nascita di Cristo avvenne da una vergine come nel Mitraismo, Natale fu spostato al 25 dicembre per celebrare i Saturnali e dunque le feste legate all'arrivo dell'inverno e della rinascita del Sole; la Pasqua divenne associata alle feste celtiche relative alla Primavera, i santi e i vari arcangeli presero il posto di semidei ed eroi greci, etruschi, romani, punici. A proposito dei Fenici, il loro dio principale, il semitico Baal divenne Belzebù, come detto Set divenne Satana e così via. Già in passato l'Ebraismo aveva saccheggiato a piene mani da Egizi e Sumeri-Babilonesi, il Cristianesimo depredò ogni aspetto sacro pagano che non rientrava nei canoni ecclesiastici. A quell’epoca infatti una fonte sacra alle Muse o a qualche dio celtico o germanico diventava un Battistero; il bosco sacro alle ninfe vedeva l'erezione di una cappella o un piccolo santuario; addirittura, per i popoli che già adoravano la Dea col Bambino, frequente anche in ambiti celtici ed orientali, i bravi teologi cristiani escogitarono il geniale stratagemma della "Prefigurazione della Vergine"! In pratica, le popolazioni che adoravano questa Iside con Horus nei suoi vari aspetti non erano pagani ma già cristiani secoli prima di Cristo, adorando una figura che non esisteva ma che sarebbe esistita, e quindi la conversione era inutile. Torniamo quindi alla Moreneta di Montserrat che non sembra davvero la madre di Gesù, ma Iside del tempio di File, madre del salvatore Horus! E l’intera città catalana pullula di questi riferimenti. Le quattro chiese principali che hanno tutte l’immagine della Madonna Nera e gli evidenti riferimenti esoterici del nuovo Tempio Espiatorio della Sagrada Famiglia, realizzato da Antoni Gaudì, in odor di massoneria, portano a ipotizzare l'esistenza di un culto segreto della Moreneta. La madre del Salvatore che a Barcellona è Horus, il dio, ma forse anche l'essere umano illuminato.

L’uomo che arriva nel santuario isiaco e che, grazie al latte della dea Hathor (aspetto tellurico di Iside, rappresentante forse le linee energetiche del campo magnetico terrestre che a Barcellona scorrono vicino alla superficie?) forse, grazie alla conoscenza può crescere fino a diventare un dio, come il faraone egizio nell'antichità. Il faraone era un iniziato, un re-sacerdote non così differente dalla figura di Gesù di cui ci narrano i Vangeli Apocrifi. Un re-sacerdote cristiano sposato con Maria Maddalena che doveva condurre il suo popolo alla liberazione spirituale e alla rinascita come esseri illuminati. E guarda caso Iside è la dea della luce, Iside di Faro: la luce emessa dal faro di Alessandria che guida i naviganti verso la sapienza e la conoscenza della Biblioteca, verso la scelta di una nuova vita. Alcuni sostengono che Parigi debba il nome proprio da questo (Parigi=Phar-Isis, Iside di Pharos, l'isoletta antistante Alessandria d'Egitto su cui sorgeva il faro omonimo e da cui tutti i fari odierni prendono il nome). La stessa Statua della Libertà americana si basava inizialmente sullo stesso concetto: un mondo nuovo di persone illuminate che sconfiggono interiormente il Male, combattono e vincono Set nella loro anima!

sabato 19 marzo 2011

TEMPIO DI SANTA MARIA DEL MAR E LA TRADIZIONE DI SANTA EULALIA 2


Le piccole sculture femminili dalla forme rotonde, preistoriche, venivano chiamate Venere Paleolitiche. Nonostante si ignori il nome della divinità realmente rappresentata è evidente il contrasto di queste figure di culto, obese e fertili con la concezione classica di Venere. Quest’ultima divenne un tema popolare nella pittura e nella scultura del Rinascimenti Europeo. Era socialmente accettato che venisse rappresentata nuda. E visto che si trattava della divinità della salute sessuale era giustificato che venisse rappresentata anche dal punto di vista erotico. Venere era associata anche con altri miti come per esempio la madre di tutte le cose emersa dal caos primordiale. Ma anche con Cibele, divinità dell’asia minore e con l’Afrodite greca che emerse dalle onde nuda e bella. Il mito di Afrodite come quello di Cibele ha elementi comuni con quello di Santa Eulalia, la prima pronta a volare in cielo accompagnata da colombe e oche, suoi simboli come quelle che si trovano nella Cattedrale di Barcellona a ricordo di Santa Eulalia. La seconda, propria del V secolo a.C., con l’oracolo delle sibille che parlava attraverso la voce degli uccelli nel santuario, e la storia di Santa Eulalia, questa donna che visse intorno al III secolo dopo Cristo, vergine che a 13 anni fu martirizzata? Cosa hanno in comune? Quando morì molte testimonianze oculari riportano che una colomba bianca volò nel cielo, a rappresentare la santa, proprio come il mito di Cibele. Amante di Cibele era la divnità Atis o Attis(che ha una storia molto simile a quella di Osiride). Attis veniva dalla Frigia, l’anatolia della Turchia. Artisticamente viene rappresentato come un berretto grigio, simbolo antico dei massoni. Anticamente con lo stesso simbolo si rappresentava anche il dio Mitra della mitologia persiana, i romani lo chiamavano pileus, ed era simbolo dei liberti, e fu usato anche dagli assassini di Giulio Cesare, durante la rivoluzione francese fu messo a simboleggiare la libertà, e oggigiorno appare in vari stemmi delle nazioni americane, in un mosaico antico si possono ammirare i re magi che lo portano sulle teste, e perfino adesso, l’uso di questo cappello nella massoneria è uno dei simboli più misterioso. Era utilizzato dai costruttori dell’antichità. Durante un rito, generalmente l’officiante chiude la sua testa con esso in quanto è il ricettacolo della forza vitale, il chakra della corona è quello più importante, per questo i Re usano una corona. Nell’antica Roma, i frigi liberti portavano un berretto, perché questo rappresentava la libertà. Nei misteri eleusini veniva messo un berretto grigio a un iniziato  e gli si diceva: “ricevo questo berretto che è un simbolo più importante di qualsiasi corona reale”. Insomma questo berretto, in uso anche tra gli ebrei dall’età di 13 anni, impedisce che il Maestro perda energia e continui ad irradiare luce e sapienza. Ora tornando al dio Attis possiamo trovare tracce del suo culto a Barcellona: un rilievo trovato una decina di anni orsono proprio nelle mura della Barcino romana, datato I a.C., e secondo gli specialisti il culto di Cibele e Attis era presente anche nel momento della fondazione di Barcino, a causa dell’Imperatore Augusto. Ma se tutto quanto detto ci riporta all’Egitto, considerando che Attis in origine era Osiride e Eulalia Iside, ci sono altri collegamenti?


La rappresentazione della Vergine nella chiesa di Santa María del Mar, essa ha una barca ai suoi piedi, simbolo evidente della Virgen de las arenas, o del mar, de los marineros, ma va aggiunto anche che la dea Iside veniva anch’essa rappresentata con una barca, così come la divinità Ishtar nelle tavolette assire. La ceremonia nell’anbtoc Egitto si celebrava su un monte e la braca di Iside era trasportata in processione da sacerdoti  e si mangiava pane con il simbolo della croce Ankh. Notiamo anche che nella simbologia della Chiesa Cattolica la barca di Pietro è il simbolo della Chiesa, e le navate delle chiese hanno la forma du una chiglia di una nave alla rovescia, e che quindi potrebbe apparire, visto che la chiglia è rivolta verso l’empireo, come un mezzo di navigazione celeste.

lunedì 7 marzo 2011

TEMPIO DI SANTA MARIA DEL MAR E LA TRADIZIONE DI SANTA EULALIA 1



La chiesa di Santa María del Mar è uno dei luoghi più antichi della città, qui, secondo la tradizione si trovano i resti di Santa Eulalia, l’antoca patrona di Barcelona fino al 1687, e del Principado de Catalunya, un cronista del XVI secolo sostiene che fu fondata dai goti (in realtà furono gli architetti Berenguer de Montagut e Ramón Despuig a erigerla, ed era il tempio degli armatori e dei mercanti della Barcellona gotica). Un altro storico più vicino a noi, in ordine di tempo, riporta che la chiesa originaria si chiamava Santa María de Las Arenas (Santa Maria delle sabbie), in quanto si trovava proprio sulla spiaggia e che fu edificata sopra i resti di un antico tempio romano dedicato a Minerva. E i romani non edificavano i tempi a caso, avevano la capacità di individuare i luoghi “sottilmente adatti”, capacità apparentemente volutamente ignorata dalla Chiesa che però erigeva i suoi edifici di culto sopra edifici di culto preesistenti con lo “scopo ufficiale” di riuscire a mantenere vive le tradizioni sincretizzandole con quelle cristiane.


TEMPIO DI SANTA MARIA DEL MAR
Si dice che la sua costruzione cominciò nel 1329, e terminò nel 1377. È un tempio formato da tre ampie navate, di stile interamente gotico catalano, divise da tre grandi colonne ottagonali che sostengono 19 archi. Ha 33 cappelle consacrate al culto. Ora il numero 33 fa venire in mente anche qualcosaltro…, 33 cappelle consacrate (33 è il grado più alto della massoneria del rito scozzese antico e accettato, e 33 è l’età di Gesù quando morì sulla croce). Alcuni testi ritengono che il tempio romano più antico sul quale è stata edificata Santa Maira del Mar non era quello di Minerva ma quello di Venere, che in Mesopotamia era conosciuta con il nome di Isthar, Astarté per i fenici,  e Iside dagli antichi egiziani. Ecco il filo conduttore che unisce l’adorazione di Venere con la divinità Ilu, e che combacia perfettamente con la leggenda dell’antica patrona di Barcellona: Santa Eulalia.

venerdì 18 febbraio 2011

Il Mistero dei Cordeleros


Barcellona ebbe durante i secoli tre gruppoi di emarginati: ebrei e gitani che vivevano nella "isleta del Raval" e al "call". Ci fu però un altro gruppo meno conosciuto che soffrì la stessa emarginazione: los cordeleros(coloro i quali fabbricavano le corde).
Dalle ombre più oscure del medio evo i cordeleros sono sempre stati oggetti di discriminazioni: si vociferava avessero la coda, le domeniche i loro ombelichi sanguinavano, incompetenza professionale, sputi pieni di vermi, e di praticare le arti magiche e la stregoneria.
Los cordeleros erano nomadi; girovagavano in cerca di materia prima e per questo vagavano o si fermavano a seconda della ricchezza dei luoghi. La canapa era coltivata in zone al di là della attuale Arc de Triomphe, in Glorias e la Llacuna, e visto che si trattava della cannabis, quando questa popolazione dormiva vicino ai campi veniva leggermente intossicata respirando i fumi emessi dalle piante. Questo li immerse in una sorta di sonno ipnotico in cui forse avevano e sperimentavano fenomeni di chiaroveggenza. Ecco come si guadagnarono la fama di stregoni. Le corde che loro fabbricavano erano famose in tutto il bacino del mediterraneo, anche se producevano anche le corde per le impiccagioni, cosa che lì rese invisi al popolo. Per i familiari dei condannati i cordeleros erano i responsabili dell’orrenda morte dei loro parenti. Nel popolo circolavano voci incontrollate che vedevano i cordeleros ricevere ingenti somme di denaro per fabbricare corde che si rompevano nel corso dell’esecuzione. Perché se ciò si fosse verificato i rei venivano perdonati.
I cordeleros vivevano nella Ribera e nel Raval. Vicino Piazza del Padró, e a calle de la Botella. In quell’epoca e in alcune decine di anni successivi non gli era permesso infatti abitare dentro la Barcellona protetta dalle mura e solo le loro mogli potevano entrare in città per vendere le loro mercanzie ma dovevano uscire dalla zona prima del calar della notte. Gli unici cordeleros rispettati erano coloro i quali fabbricavano le corde che si utilizzavano nella Cattedrale.