domenica 8 maggio 2011

MONTSERRAT, LE SS E IL CASTELLO DEL GRAAL parte seconda


Quando nell’800 grazie al rifiorire delle passioni romantico-esoteriche tornò in auge il tema del Graal e della sua ricerca cominciarono a svilupparsi alcuni inquietanti gruppi occultistici da cui prese spunto il Nazismo. Ecco che Richard Wagner vi trovò ispirazione per creare il suo Parsifal che riprendeva la storia duecentesca di Wolfram von Eschenbach e ambientava la ricerca del Santo Graal appunto nella Catalogna pirenaica. Ora Montserrat non è a ridosso dei Pirenei però non è neppure lontano. Siamo di fronte a un collegamento? Ancora una volta non v’è alcuna certezza ma tanto bastò anni dopo a interessare Heinrich Himmler, capo delle Schutzstaffels, le famigerate SS. Himmler, occultista fanatico per anni legò cercò oggetti che confermassero le origini ariane (e quindi atlantideo-aghartiane) del popolo germanico. Girò tutto il mondo, dal Tibet allo Yucatan, alla ricerca di reperti/reliquie in grado di dimostrare questa discendenza che per lui significava superiorità. Ecco che quindi scoprì il Montsalvaesche wagneriano e le leggende catalane che dicevano che il Santo Graal si trovata qui, sorvegliato dalla Moreneta.
Himmler irruppe a Montserrat il 23 ottobre 1940, apparentemente senza trovare alcun reperto. La Spagna comandata dal Generalissimo Franco, non portò al popolo tedesco, che tanto lo aiutò, il dono degli oggetti desiderati. Himmler a Montserrat si scontrò con l'indifferenza dei benedettini che lo trattarono con sufficienza. A Barcellona gli furono rubate tutte le sue carte esoteriche, probabilmente dai servizi segreti inglesi, e anche la visita alla cripta della Sagrada Familia, in cui si dice che Gaudì fece sotterrare l'oggetto che Berengére Sauniere gli consegnò, fu cancellata a causa infiniti lavori di costruzione.
C’è chi dice che gli straordinari pinnacoli che sovrastano l'abbazia di Montserrat assomiglino a elefanti, a faraoni, a due soldati con tanto di lancia. Innegabile è comunque lo strano fenomeno ottico che i pinnacoli, attraverso il gioco di luci e ombre dei canaloni, assumano forme assai conosciute. C’è chi dice che quelle rocce siano state scolpite da artisti egizi: elefanti, faraoni, soldati. C’è chi sostiene che Montserrat sia un autentico santuario egiziano vecchio di millenni, eroso da cinquanta secoli di piogge e vento. Ipotesi fantasiosa ma è certo che però la vicina Barcellona potesse essere un santuario isiaco con tanto di scarabeo sacro disegnato nel terreno e visibile solo dall'alto. C’è un collegamento tra i pinnacoli alti 1200 metri di Montserrat e i Colossi di Memnon?

venerdì 29 aprile 2011

MONTSERRAT, LE SS E IL CASTELLO DEL GRAAL parte prima


Ma quale è il legame tra la Moreneta di Montserrat e i Catari e soprattutto i Nazisti? Perché c’è chi crede che la statua cristianizzata della dea Iside custodisca il Santo Graal?
Ora qualcuno sostiene che Berengére Sauniere, parroco di Rennes-le-Château, consegnò un misterioso oggetto ad Antoni Gaudì perché venisse sepolto/nascosto nella Sagrada Familia. Rennes-le-Château è considerato uno dei luoghi più controversi del nostro pianeta. Questo paesino è collegato in maniera indissolubile alla figura della Maria Maddalena intesa come moglie di Gesù. Chiaramente questo fatto è considerato inaccettabile dai Cristiani ma invece è pienamente, era pienamente, creduto dai catari. Ormai si da per assodato che in questo paesino sconosciuto, almeno fino a pochi anni fa, dotato di una insolita Triplice Cinta e della Porta Coeli, l'abate, Berengére Sauniere trovò, durante dei lavori di ristrutturazione, alcuni documenti risalenti all'epoca visigota.
Tutta la zona fu, per secoli, l’ultimo rifugio dei Catari, la setta gnostica che fu annicchilita dalle forze cristiane addirittura con una crociata chiamata “degli Albigesi”. Ma torniamo a noi: cosa trovò Sauniere? Non lo sappiamo con certezza, quello che è certo è che subito fu convocato d'urgenza a Parigi, dal cardinale di Francia, per discuterne. Dopo alcuni contatti con il Vaticano, gli fu ordinato di chiudere e sigillare il tutto. Ma qualcosa andò storto, in quanto Sauniere divenne ricchissimo in breve tempo e, su consiglio della cantante lirica Emma Calvé, donò appunto un oggetto misterioso a Antonì Gaudì.
Di cosa si trattava? Indubbiamente si trattava di qualcosa di non molto grande, forse qualche ornamento d'oro depredato dai barbari nelle loro razzie. Cronologicamente poi ci furono le crociate apparentemente per il controllo del meridione della Francia: da una parte le eretiche Provenza e Linguadoca, libertarie e tolleranti verso religione e cultura e di impostazione filo-catara, e dall'altra il nord filo-cattolico. La crociata  fu di una brutalità inaudita: episodi inumani e i roghi degli adepti dell'eresia catara illuminavarono centinaia di notti. Il tutto durò trent'anni e i catari si rifugiarono sui monti più alti, celebre la fortezza di Montsegur, nei pressi di Rennes-le-Château, per resistere strenuamente. E fu in questa caccia all’eretico che nacque l'Inquisizione. Ma perché? Per quale motivo il Vaticano temeva così tanto questa setta che era diffusa ma circoscritta alle zone della Francia meridionale? Mistero, così come è misterioso il fatto che a questa crociata non parteciparono né i Templari né i cavalieri Ospitalieri, l'odierno Ordine di Malta.
Ora se è vero che i Catari furono associati per lungo tempo all'iconografia del Graal forse abbiamo una risposta.
Va notato che secondo i Catari Gesù non era figlio di Dio e non morì sulla croce. Per loro si trattava di una sorta di re-sacerdote, forse come Melkisedek di Ur,  che scambiò con il profeta Abramo la Coppa della Conoscenza, ricavata dalla gemma che cadde a Lucifero durante la battaglia degli angeli decaduti. I Catari la associavano al Santo Graal che passò di mano in mano da Giacobbe, a Mosé, da Davide, a Salomone fino a giungere agli Esseni che la passarono a quella che ritenevano a reincarnazione del Melkisedek originario: Gesù il re del mondo. Inoltre per i Catari Gesù non morì sulla croce ma si salvò grazie all'aiuto del fratello Giacomo. In seguito raggiunse la moglie-sacerdotessa Maddalena in Francia dove diede vita alla stirpe dei Merovingi. Fu dopo l’intervento del carolingio Carlo Martello, che i discendenti di Gesù migrarono nel sud della Francia. Ecco che quindi, secondo queste tesi catare, il Graal è stato nascosto da qualche parte dai catari che calandosi dalle rocce a picco di Montsegur durante l'assedio crociato, riuscirono a sottrarsi al massacro. Ma dove si trova ora? Era davvero la coppa-gemma di Melkisedek? Non c’è risposta neanche questa volta. L’unico aggancio è che il trovatore Wolfram von Eschenbach, autore del Parzifal scrive quest’opera, ambientata in un castello del Graal situato sui Pirenei, che si chiama Montsalvesche, che custodisce al suo interno la reliquia, che non è la coppa del calice dell'Ultima Cena di Gesù ma una pietra, chiamata "Lapsit Exilis" (pietra del cielo). Una pietra del cielo, come celeste era la gemma luciferina. Fatto sta che in tedesco Montsalvaesche significa Monte Salvato, Monte Sagrato, Monte Serrato…

giovedì 21 aprile 2011

LA MORENETA DI MONTSERRAT E’ DAVVERO IL SIMULACRO DI ISIDE? parte seconda

 


Ecco allora che questo monastero, incastonato tra i picchi, conserca al suo interno la singolare statua della Moreneta, la Madonna Nera. Alla Moreneta si sale con una ripida rampa di scale che sale dalla navata destra. Secondo alcuni visto che uno dei più grandi propugnatori di Iside fu Napoleone, il quale aggiunse la stella Sirio, simbolo Isiaco, allo stemma di Parigi come a sottolinearne l'origine, quando conquistò la Spagna fece cannoneggiare il santuario di Montserrat per liberare la Moreneta, cioè Iside, che era prigioniera della religione usurpatrice. In ogni modo il bombardamento fu vano e l'abbazia benedettina, fondata nel 1025 si è sempre costantemente ampliata. Oggi c’è perfino una strada asfaltata! Ma i pellegrini che ormai vi si recano a frotte sembrano non notare le tante stranezze: 
1) l'incredibile spostamento dell'ago della bussola che avvinee all'interno della chiesa, esattamente nella navata sinistra all'altezza della cappella dedicata a Cristo con le croci templari; 
2) le grotte che si aprono improvvise un po' ovunque nel terreno circostante che si dice siano popolate fin dalle Invasioni Barbariche di comunità di eremiti che non vogliono essere disturbati; 
3) del famoso quanto misterioso enorme lago sotterraneo nelle viscere della montagna raggiungibile da alcune gallerie e da vari tunnel ben occultati. 
4) Qui quando si fulmina qualche relé, gli elettricisti vengono fatti scendere bendati nelle profondità scavate nella roccia di arenaria e fatti lavorare guardati a vista dai monaci benedettini. Perché? Cosa c’è là sotto? 
5) C’è poi, sempre qui una ampia casistica ufologia, ora se diamo per assodata la tesi più scettica, quella che cioè le luci degli Ufo che appaiono nel cielo attorno ai picchi siano in realtà “solo” fulmini globulari, allora dobbiamo chiederci: perché qui il campo magnetico cambia e li attira? 
6) E se la Moreneta è soltanto una statua di Iside sfuggita alla distruzione cristiana e in seguito utlizzata come immagine della Madonna Nera, perché in questo luogo sono nate decine di strane vicende durante la II Guerra Mondiale? Cosa c’è a Montserrat? 
Il prossimo post svelerà le strane spedizioni dei nazisti in questo luogo misterioso.

domenica 17 aprile 2011

LA MORENETA DI MONTSERRAT E’ DAVVERO IL SIMULACRO DI ISIDE? parte prima

 




È possibile associare alla statua della Madonna Nera, venerata da migliaia di persone ogni anno in un luogo misterioso e inaccessibile in piena Catalogna(Manresa), popolato da luci misteriose e anomalie magnetiche, alla dea egizia Iside?

Manresa è poco più di un villaggio eppure è conosciutissima proprio perché è considerata uno dei luoghi più santi del Spagna visto che qui si erge il santuario mariano di Montserrat. Montagna incredibile, basta vederla per accorgerene: cime di arenaria alte un chilometro che emergono dalla pianura sottostante come vi fossero stati conficcati dall’alto. Siamo non lontani dalla capitale catalana, appena 60 km! I sentieri nei boschi però si inerpicano attraverso panorami mozzafiato e ovunque si trovano immagini cattoliche e di santi, eppure sono centinaia, se non migliaia gli avvistamenti di luci misteriose nel cielo, fulmini globulari che sfrecciano tra i picchi ad altissima velocità? Forse, non vi è certezza di alcunché. Le cronache riportano che nel 1345 una sfera ardente penetrò addirittura all'interno della chiesa e qui rimase sospesa per qualche istante proprio sotto gli occhi stupiti dei monaci. Nel 1977 Luis José Grifol avvistò un Ufo, ma la cosa più strana è che si dice che tuttora, ogni 11 del mese, durante la notte appaiano nel cielo luci insipegabili.. Ufo? Chi può dirlo. Certo è che oltre agli Ufo, altri insoliti fenomeni accaddero subito prima la Seconda Guerra Mondiale.

Montserrat, che significa monte seghettato, ma anche monte chiuso o monte sacro, divenne famoso quando intorno all'880 d.C. due luci che orbitavano in una grotta, ispirarono due pastorelli che rinvenirono quella che venne definita "l'effige della Madonna". Si trattava di una statua di pioppo alta quasi un metro raffigurante una donna dalla pelle nera abbigliata con un vestito dorato, seduta e benedicente, con sulle ginocchia un bambino con la carnagione scura e benedicente.


Le statuette sono probabilmente di epoca tardo romana o bizantina, nelle mani la donna tiene una sfera sormontata da una croce mentre il bambino ha una pigna di pino. I colori e la posa non fanno pensare a qualcosaltro. La statua con la pelle nera fu battezzata subito la Moreneta, anche perché la donna è raffigurata in modo identico a Iside secondo l'iconografia romana. La sua storia risale ai primi millenni della storia egizia e si perde nelle leggende risalenti alla notte dei tempi. All'epoca di Cesare e Cleopatra i legionari romani furono scoprirono il culto isiaco e ne rimasero affascinati a tal punto dal portarlo a Roma e diffonderlo in tutte le terre del vasto impero. L'adorazione di Iside, ebbe una grande influenza tra gli strati bassi della popolazione ma poi proibita dal Cristianesimo in quanto era troppo simile alla Madonna madre di Gesù. E gli antichi cristiani avevano ragione, le coincidenze sono notevoli, in quanto in un certo senso Iside è la Madre del Salvatore: Horus, il vendicatore del padre Osiride e colui che ristabilisce la pace e l'ordine sulla Terra devastata dalle azioni del malvagio Set.

I parallelismi sono stupefacenti: Set come Satana, Horus come Gesù che nasce per salvare l'umanità dal Male. Davvero troppo simile il credo isiaco per la religione cristiana, che a partire dal 380 dopo Cristo divenne la confessione ufficiale dell'Impero Romano. Purtroppo il Cristianesimo divenne una liturgia assolutistica ed estremamente repressiva, distruggendo e devastando impunemente, allo stesso modo di quando era perseguitata, ogni traccia delle precedenti antiche religioni. E il sincretismo fu la ciliegina sulla torta, con questa scusa infatti il Cristianesimo cannibalizzò ogni aspetto delle religioni pagane precedenti: la nascita di Cristo avvenne da una vergine come nel Mitraismo, Natale fu spostato al 25 dicembre per celebrare i Saturnali e dunque le feste legate all'arrivo dell'inverno e della rinascita del Sole; la Pasqua divenne associata alle feste celtiche relative alla Primavera, i santi e i vari arcangeli presero il posto di semidei ed eroi greci, etruschi, romani, punici. A proposito dei Fenici, il loro dio principale, il semitico Baal divenne Belzebù, come detto Set divenne Satana e così via. Già in passato l'Ebraismo aveva saccheggiato a piene mani da Egizi e Sumeri-Babilonesi, il Cristianesimo depredò ogni aspetto sacro pagano che non rientrava nei canoni ecclesiastici. A quell’epoca infatti una fonte sacra alle Muse o a qualche dio celtico o germanico diventava un Battistero; il bosco sacro alle ninfe vedeva l'erezione di una cappella o un piccolo santuario; addirittura, per i popoli che già adoravano la Dea col Bambino, frequente anche in ambiti celtici ed orientali, i bravi teologi cristiani escogitarono il geniale stratagemma della "Prefigurazione della Vergine"! In pratica, le popolazioni che adoravano questa Iside con Horus nei suoi vari aspetti non erano pagani ma già cristiani secoli prima di Cristo, adorando una figura che non esisteva ma che sarebbe esistita, e quindi la conversione era inutile. Torniamo quindi alla Moreneta di Montserrat che non sembra davvero la madre di Gesù, ma Iside del tempio di File, madre del salvatore Horus! E l’intera città catalana pullula di questi riferimenti. Le quattro chiese principali che hanno tutte l’immagine della Madonna Nera e gli evidenti riferimenti esoterici del nuovo Tempio Espiatorio della Sagrada Famiglia, realizzato da Antoni Gaudì, in odor di massoneria, portano a ipotizzare l'esistenza di un culto segreto della Moreneta. La madre del Salvatore che a Barcellona è Horus, il dio, ma forse anche l'essere umano illuminato.

L’uomo che arriva nel santuario isiaco e che, grazie al latte della dea Hathor (aspetto tellurico di Iside, rappresentante forse le linee energetiche del campo magnetico terrestre che a Barcellona scorrono vicino alla superficie?) forse, grazie alla conoscenza può crescere fino a diventare un dio, come il faraone egizio nell'antichità. Il faraone era un iniziato, un re-sacerdote non così differente dalla figura di Gesù di cui ci narrano i Vangeli Apocrifi. Un re-sacerdote cristiano sposato con Maria Maddalena che doveva condurre il suo popolo alla liberazione spirituale e alla rinascita come esseri illuminati. E guarda caso Iside è la dea della luce, Iside di Faro: la luce emessa dal faro di Alessandria che guida i naviganti verso la sapienza e la conoscenza della Biblioteca, verso la scelta di una nuova vita. Alcuni sostengono che Parigi debba il nome proprio da questo (Parigi=Phar-Isis, Iside di Pharos, l'isoletta antistante Alessandria d'Egitto su cui sorgeva il faro omonimo e da cui tutti i fari odierni prendono il nome). La stessa Statua della Libertà americana si basava inizialmente sullo stesso concetto: un mondo nuovo di persone illuminate che sconfiggono interiormente il Male, combattono e vincono Set nella loro anima!

sabato 19 marzo 2011

TEMPIO DI SANTA MARIA DEL MAR E LA TRADIZIONE DI SANTA EULALIA 2


Le piccole sculture femminili dalla forme rotonde, preistoriche, venivano chiamate Venere Paleolitiche. Nonostante si ignori il nome della divinità realmente rappresentata è evidente il contrasto di queste figure di culto, obese e fertili con la concezione classica di Venere. Quest’ultima divenne un tema popolare nella pittura e nella scultura del Rinascimenti Europeo. Era socialmente accettato che venisse rappresentata nuda. E visto che si trattava della divinità della salute sessuale era giustificato che venisse rappresentata anche dal punto di vista erotico. Venere era associata anche con altri miti come per esempio la madre di tutte le cose emersa dal caos primordiale. Ma anche con Cibele, divinità dell’asia minore e con l’Afrodite greca che emerse dalle onde nuda e bella. Il mito di Afrodite come quello di Cibele ha elementi comuni con quello di Santa Eulalia, la prima pronta a volare in cielo accompagnata da colombe e oche, suoi simboli come quelle che si trovano nella Cattedrale di Barcellona a ricordo di Santa Eulalia. La seconda, propria del V secolo a.C., con l’oracolo delle sibille che parlava attraverso la voce degli uccelli nel santuario, e la storia di Santa Eulalia, questa donna che visse intorno al III secolo dopo Cristo, vergine che a 13 anni fu martirizzata? Cosa hanno in comune? Quando morì molte testimonianze oculari riportano che una colomba bianca volò nel cielo, a rappresentare la santa, proprio come il mito di Cibele. Amante di Cibele era la divnità Atis o Attis(che ha una storia molto simile a quella di Osiride). Attis veniva dalla Frigia, l’anatolia della Turchia. Artisticamente viene rappresentato come un berretto grigio, simbolo antico dei massoni. Anticamente con lo stesso simbolo si rappresentava anche il dio Mitra della mitologia persiana, i romani lo chiamavano pileus, ed era simbolo dei liberti, e fu usato anche dagli assassini di Giulio Cesare, durante la rivoluzione francese fu messo a simboleggiare la libertà, e oggigiorno appare in vari stemmi delle nazioni americane, in un mosaico antico si possono ammirare i re magi che lo portano sulle teste, e perfino adesso, l’uso di questo cappello nella massoneria è uno dei simboli più misterioso. Era utilizzato dai costruttori dell’antichità. Durante un rito, generalmente l’officiante chiude la sua testa con esso in quanto è il ricettacolo della forza vitale, il chakra della corona è quello più importante, per questo i Re usano una corona. Nell’antica Roma, i frigi liberti portavano un berretto, perché questo rappresentava la libertà. Nei misteri eleusini veniva messo un berretto grigio a un iniziato  e gli si diceva: “ricevo questo berretto che è un simbolo più importante di qualsiasi corona reale”. Insomma questo berretto, in uso anche tra gli ebrei dall’età di 13 anni, impedisce che il Maestro perda energia e continui ad irradiare luce e sapienza. Ora tornando al dio Attis possiamo trovare tracce del suo culto a Barcellona: un rilievo trovato una decina di anni orsono proprio nelle mura della Barcino romana, datato I a.C., e secondo gli specialisti il culto di Cibele e Attis era presente anche nel momento della fondazione di Barcino, a causa dell’Imperatore Augusto. Ma se tutto quanto detto ci riporta all’Egitto, considerando che Attis in origine era Osiride e Eulalia Iside, ci sono altri collegamenti?


La rappresentazione della Vergine nella chiesa di Santa María del Mar, essa ha una barca ai suoi piedi, simbolo evidente della Virgen de las arenas, o del mar, de los marineros, ma va aggiunto anche che la dea Iside veniva anch’essa rappresentata con una barca, così come la divinità Ishtar nelle tavolette assire. La ceremonia nell’anbtoc Egitto si celebrava su un monte e la braca di Iside era trasportata in processione da sacerdoti  e si mangiava pane con il simbolo della croce Ankh. Notiamo anche che nella simbologia della Chiesa Cattolica la barca di Pietro è il simbolo della Chiesa, e le navate delle chiese hanno la forma du una chiglia di una nave alla rovescia, e che quindi potrebbe apparire, visto che la chiglia è rivolta verso l’empireo, come un mezzo di navigazione celeste.

lunedì 7 marzo 2011

TEMPIO DI SANTA MARIA DEL MAR E LA TRADIZIONE DI SANTA EULALIA 1



La chiesa di Santa María del Mar è uno dei luoghi più antichi della città, qui, secondo la tradizione si trovano i resti di Santa Eulalia, l’antoca patrona di Barcelona fino al 1687, e del Principado de Catalunya, un cronista del XVI secolo sostiene che fu fondata dai goti (in realtà furono gli architetti Berenguer de Montagut e Ramón Despuig a erigerla, ed era il tempio degli armatori e dei mercanti della Barcellona gotica). Un altro storico più vicino a noi, in ordine di tempo, riporta che la chiesa originaria si chiamava Santa María de Las Arenas (Santa Maria delle sabbie), in quanto si trovava proprio sulla spiaggia e che fu edificata sopra i resti di un antico tempio romano dedicato a Minerva. E i romani non edificavano i tempi a caso, avevano la capacità di individuare i luoghi “sottilmente adatti”, capacità apparentemente volutamente ignorata dalla Chiesa che però erigeva i suoi edifici di culto sopra edifici di culto preesistenti con lo “scopo ufficiale” di riuscire a mantenere vive le tradizioni sincretizzandole con quelle cristiane.


TEMPIO DI SANTA MARIA DEL MAR
Si dice che la sua costruzione cominciò nel 1329, e terminò nel 1377. È un tempio formato da tre ampie navate, di stile interamente gotico catalano, divise da tre grandi colonne ottagonali che sostengono 19 archi. Ha 33 cappelle consacrate al culto. Ora il numero 33 fa venire in mente anche qualcosaltro…, 33 cappelle consacrate (33 è il grado più alto della massoneria del rito scozzese antico e accettato, e 33 è l’età di Gesù quando morì sulla croce). Alcuni testi ritengono che il tempio romano più antico sul quale è stata edificata Santa Maira del Mar non era quello di Minerva ma quello di Venere, che in Mesopotamia era conosciuta con il nome di Isthar, Astarté per i fenici,  e Iside dagli antichi egiziani. Ecco il filo conduttore che unisce l’adorazione di Venere con la divinità Ilu, e che combacia perfettamente con la leggenda dell’antica patrona di Barcellona: Santa Eulalia.

venerdì 18 febbraio 2011

Il Mistero dei Cordeleros


Barcellona ebbe durante i secoli tre gruppoi di emarginati: ebrei e gitani che vivevano nella "isleta del Raval" e al "call". Ci fu però un altro gruppo meno conosciuto che soffrì la stessa emarginazione: los cordeleros(coloro i quali fabbricavano le corde).
Dalle ombre più oscure del medio evo i cordeleros sono sempre stati oggetti di discriminazioni: si vociferava avessero la coda, le domeniche i loro ombelichi sanguinavano, incompetenza professionale, sputi pieni di vermi, e di praticare le arti magiche e la stregoneria.
Los cordeleros erano nomadi; girovagavano in cerca di materia prima e per questo vagavano o si fermavano a seconda della ricchezza dei luoghi. La canapa era coltivata in zone al di là della attuale Arc de Triomphe, in Glorias e la Llacuna, e visto che si trattava della cannabis, quando questa popolazione dormiva vicino ai campi veniva leggermente intossicata respirando i fumi emessi dalle piante. Questo li immerse in una sorta di sonno ipnotico in cui forse avevano e sperimentavano fenomeni di chiaroveggenza. Ecco come si guadagnarono la fama di stregoni. Le corde che loro fabbricavano erano famose in tutto il bacino del mediterraneo, anche se producevano anche le corde per le impiccagioni, cosa che lì rese invisi al popolo. Per i familiari dei condannati i cordeleros erano i responsabili dell’orrenda morte dei loro parenti. Nel popolo circolavano voci incontrollate che vedevano i cordeleros ricevere ingenti somme di denaro per fabbricare corde che si rompevano nel corso dell’esecuzione. Perché se ciò si fosse verificato i rei venivano perdonati.
I cordeleros vivevano nella Ribera e nel Raval. Vicino Piazza del Padró, e a calle de la Botella. In quell’epoca e in alcune decine di anni successivi non gli era permesso infatti abitare dentro la Barcellona protetta dalle mura e solo le loro mogli potevano entrare in città per vendere le loro mercanzie ma dovevano uscire dalla zona prima del calar della notte. Gli unici cordeleros rispettati erano coloro i quali fabbricavano le corde che si utilizzavano nella Cattedrale.

martedì 1 febbraio 2011

La Sagrada Familia 2

 
Martorell andava dritto in una direzione pericolosa e il suo allievo, Gaudì percorse la stessa strada senza tema. Nel 1914 gaudì si concentrò a tal punto sull’edificazione del Tempio che tralasciò tutti gli altri suoi progetti. Aveva un atteggiamento monomanicale, voleva analizzare ogni dettaglio, in nome di quella architettura organica che lo contraddistinse sopra tutti gli altri. Si dice che fu lui ad insegnare agli operai i segreti degli scalpellini medievali, si dice che fu lui il custode dei loro ultimi segreti. E visto che traeva spunto dalla natura per le sue opere, basta fare una visita in loco per rendersi conto di come la fanua e la flora fossero le sue suggeritrici, e considerato che i gesuiti sono sempre intimamente legati a Gaudì ecco, sommando questi due elementi non potrebbe essere che, il famoso Codice Voynich gli fosse stato di ispirazione? Stranamente questo misterioso codice emerse dalla pieghe del tempo proprio in quegli anni(1912) dalle mani dei gesuiti. Forse è solo una coincidenza, ma speriamo che indagini più approfondite possano gettare luce su eventuali legami tra il manoscritto più misterioso del mondo e l’archietto più fantasioso del mondo. Gaudì si era chiuso su se stesso e studiava e innovava per creare una sorta di monumento naturale e questa sua ossessione lo portò alle soglie dell’ascetismo e al giorno d’oggi in Vaticano, su richiesta di migliaia di catalani, si sta pensando addirittura alla sua beatificazione.
Quando Gaudì fu travolto da un tram e dopo pochi giorni morì, la Fabbrica della Sagrada aveva edificato solo tre quarti della facciata orientale, punto da cui erano partiti i lavori. Era stato edificato parte del transetto, tre delle quattro torri previste, e le cripte. La Sagrada Famiglia fu edificata in un luogo spoglio, ma perché fare in un punto così poco popolato una chiesa così importante?
E cosa unisce Antoni Gaudì a Berengère Sauniere, parroco di Rennes-le-Château?
Il 7 giugno 1926 quando Gaudì morì travolto da un tram sulla Gran Via delle Corti Catalane, qualcosa si ruppe tra la magia ancestrale e la città. L’architetto trascinato sul selciato per molti metri, non fu riconosciuto e dopo tre giorni di agonia, il 10 giugno, morì all'ospedale di San Pau. Pare che Gaudì abbia lasciato pochissimi progetti della Sagrada Familia, e che sia andata avanti un po’ così. C’è chi sostiene che solo dopo le Olimpiadi del 1992, la città abbia ritrovato la via naturale quella di una città sacra ad Iside. Tornando al Tempio di Gaudì in molti disprezzano la facciata occidentale ove, i soldati romani assomigliano a quelli di Guerre Stellari e la passione è forse un po’ troppo astratta. Passandoci vicino si vedono otto le guglie complete, ma pare che il progetto originale ne prevedesse diciassette.

"La Sagrada Familia di Gaudì deve rappresentare i momenti salienti della vita di Cristo-Sole, dalla nascita alla morte, fino al suo trionfo sulla stessa. Sarà la cupola centrale a coronare il progetto, dando l'idea di stare all'interno di una città celeste, di compiere un cammino di Ricerca che deve portare all'armonica unione con il divino" appare nel sito del Tempio Espiatorio.
Ma allora siamo ancora in presenza di correnti telluriche, leylines, Iside e Osiride? Forse sì. Forse non conta molto ai fini della nostra indagine magica ma, sapevate che Antonì Gaudì conosceva l’abate di Rennes-le-Château, Berengère Sauniere? Emma Calvé, cantante lirica francesce, era amica intima di entrambi e sostiene che Sauniere consegnò a Gaudì un oggetto trovato tra le fondamenta della chiesa pirenaica proprio perché l’architetto catalano lo inglobasse nella cripta in costruzione. Misteri. Come misteriosa appare la linea che unisce geograficamente la Cattedrale di Santa Eulalia, la Sagrada Familia, il monumento a Colombo alla fine dalle ramblas e Rennes-le-Château.

lunedì 31 gennaio 2011

BARCELLONA CITTA' MISTERIOSA

 
Misteri e angoli speciali sconosciuti ai più.
Da alcuni anni però si è verificata una strana inversione di tendenza. Barcellona non è più percepita dal turista come luogo di solo divertimento, prettamente estivo, ma anche come affascinante città magico esoterica. Il che ha accresciuto la già ingente offerta culturale della città catalana. Ecco un breve viaggio in quella che potremmo definire la Barcellona Occulta.
Molte sono le teorie e le leggende che si intrecciano sulla nascità della città, come per ogni buona città magica che si rispetti(Roma, San Pietroburgo, Praga). Nella città catalana da alcuni anni si organizzano gite a tema per individuare e illustrare luoghi poco noti ma estremamente esoterici della città. Generalmente le tematiche sono:

La Barcellona Massonica
Durante il Franchismo si eliminarono la maggior parte dei simboli massonici, eppure ancor oggi alcuni di questi si trovano in vari edifici della città. Nella famosa calle del Comerç possiamo vedere l’antica Caja de Reclutas del Convento Sant Agustí, dove si possono apprezzare i bassorilievi di orgine massonica sulle sue porte. Ma ci sono altri luoghi simili, ad alcuni dei quali abbiamo accennato in qualche altro post. Luoghi come la facciata del civico 11 della calle Portaferrisa, in pieno Barrio Gótico o la facciata dei Porxos d’en Xifré, a Pla Palau, su un palazzo di Barceloneta, dove si possono ancora vedere alcuni resti sulla facciata della biblioteca, che era l’antica sede de La Fraternidad.

La Barcellona Modernista
Come abbiamo visto e come vedremo esistono molte teorie sul tracciato viario e sulla pianta in generale della città e sui suoi significati occulti. Stranamente ci sono alcuni grandi triangoli che collegano tutti gli edifici di Gaudì (la scalinata del park Güell, il pabellón Güell de Pedralbes e la Piazzetta Aribau, situata nel Parco della Citadella), ma esistono anche alcuni insoliti allineamenti, linee immaginarie, molto particolari che uniscono per esempio l’hospital Sant Pau e la Sagrada Familia attraversi la avenida Gaudí, e prolungando questa linea giungiamo direttamente al Palau Güell che si trova nel Raval; alcuni sostengono che la immensa e lunghissima avenida Diagonal si allinea con il sole in due giorni dell’anno: il 15 Agosto e il 27 Aprile. Nessuno sa perché questi monumenti siano disposti in questo modo particolare, quello che sembra difficile però e che si tratti di coincidenze. Un numero esagerato di coincidenze.

Gli angoli magici
Barcellona ha inoltre alcuni angoli insoliti. A dir la verità sono così tanti che è impossibile elencarli tutti. Alcuni di questi sono.
1 La piazza di San Felipe Neri, una piazza molti silenziosa e con un aura densa al centro del Barrio Gótico, è consigliabile recarvisi di sera ma fate attenzione agli strani personaggi che la popolano nelle ore notturne.
2 Le stazioni fantasma della Metropolitana, un angolo della Barcellona Urbana, sono le stazioni antiche e ormai chiuse da tempo della rete ferroviaria sotterranea della città catalana. Una delle stazioni più famose è l’antica stazione Gaudí che è adornata e illuminata durante le feste natalizie e si può vedere percorrendo la línea 5 della metro nel tratto che va dalla stazione Sagrada Familia a quella di Sant Pau-Dos de Maig.
3 L’abitazione al civico 43 della calle Francisco Giner, nel quartiere di Gracia, fu lo scenario della storia di poltergeist più famosa della Spagna avvenuta negli anni trenta. Caso che analizzeremo in maniera diffusa in un altro articolo sempre su questo sito.

giovedì 27 gennaio 2011

La Sagrada Familia 1

 
Si tratta davvero di una chiesa? Gaudì era veramente un fervente cattolico? Perché è chiamata Tempio dellì’Espiazione? Tutte domande a cui cercheremo di dare una risposta per comprendere cosa rappresenti in realtà il monumento più famoso di Spagna.
Ufficialmente un massone, Francesc de Paula i Villar, ebbe il compito di realizzare questo tempio. Perché di tempio si tratta. Il tutto ebbe inizio nel lontano 1882, il giorno di San Giuseppe, con la posa della pietra angolare. Quello che accadde dopo però fu abbastanza strano. Le pressioni esterne fecero approdare al progetto anche Joan Martorell i Montell, il più famoso architetto del tempo che fu anche maestro di Antoni Gaudì e quando Villar abbandonò il progetto a causa delle critiche, fu Martorell stesso a indicare, due anni dopo, nel 1884, in Antoni Gaudì l'uomo idoneo a realizzare l’edificio. All’epoca Gaudì aveva solo 31 anni, ma già aveva realizzato opere pregevoli in Catalunya e il suo stile modernista aveva affascinato già persone molto influenti. Ed ecco che di punto in bianco, una volta affidatogli il progetto, Gaudì, il cui stile di vita era stato sino ad allora molto bohèmien, cambiò registo e si dedicò anima e corpo al Tempio Espiatorio, proprio come un maestro d'opera medievale. Stiamo parlando di una figura che oggi è scomparsa e che è molto diversa dall’odierno architetto. Infatti i maestri d’opera delle cattedrali gotiche con i loro scalpellini trasmettevano un sapere magico-esoterico ben più sacro del Cristianesimo. Cosa che oggi è ormai andata perduta. Tornando a noi, dobbiamo evidenziare che fu proprio in questo monmento storico che a Barcellona fiorirono numerosi “incredibili” edifici. Edifici massonici? Esoterico? Cabalistici? Alchemici? Probabilmente la risposta a tutte queste domande è affermativa. Il tutto avvenne grazie ai finanziamenti ddll'Esposizione Universale del 1888. Ecco che allora Gaudì cominciò a lavorare alal Sagrada Famiglia rivoluzionandone il progetto proprio cominciando dalla facciata della Natività. Da notare che l'orientamento del tempio differisce da quello di tutte le chiese con l'abside ad est, e invece segue l'andamento della città: orientamento nord-est molto evidente. E mentre edificava la Cappella di San Giuseppe e la cripta, Antonì Gaudì cominciò a riempire Barcellona dei suoi simboli.
I lavori termineranno forse nel 2050, e il Tempio che si specchia in un laghetto nei giardini antistanti la facciata della Natività, è profondamente legato all'acqua, quasi per sottolineare l'aspetto della Creazione? È così che la nascita di Gesù diviene la nascita stessa della vita sulla Terra che emerge dal Mare? Forse, anche se vedendola alla Lovecraft il riferimento al Mare farebbe venir in mente ben altri esseri. In ogni modo, tornando a noi, Gaudì, grazie alla ricchissima famiglia Güell, realizzò molti edifici e anche uno splendido giardino: il celebre Parc Güell. Quest’ultimo altro non è che un trattato alchemico di pietra e ceramica di cui tratteremo in un altro articolo. Più sconosciuta è la chiesa del Sagrat Cor, situata tra il centro storico e l’insolito quartiere dell'Eixaple. La chiesa, progettata da Martorell, vide la collaborazione di Gaudì a cui l’esimio architetto era molto legato. Al suo interno la statua di Sant'Ignazio di Loyola, fondatore dei Gesuiti, e la teca contenente la spada, che consegnò come ex-voto al vicino monastero di Montserrat. Ora tralasciando il fatto che anche qui appaia una Moreneta(piccola madonna dalla pelle scura), ne parleremo, è curioso notare la scritta "MAGD" sulla facciata, che sembra celata dai decori, che fa riferimento evidente a Maria Maddalena, per alcuni moglie di Gesù. Ma in realtà il Monogramma Mariano MA non è un riferimento alla Maddalena, ma alla Dea Madre e all'epiteto Meri-Amon (MA) utilizzato in Egitto quando ci si riferisce a Iside. La facciata e la cupola della chiesa del Sagrat Cor, capolavoro indiscusso di Martorell, sono piene di riferimenti massonici. Oggi è la sede dei Gesuiti forse l’ordine religioso più vicino alla massoneria. Torniamo però alla Sagrada Famiglia, il monogramma "MAGD" che richiama il Monogramma Mariano Meri-Amon, presente sul Sagrat Cor è anche presente su un cancello della Sagrada Familia.

Fine Prima Parte

domenica 23 gennaio 2011

ROGHI DI STREGHE A BARCELLONA

 
 
 
La Plaza del Rey era il luogo principale in cui i prigionieri, in epoca medievale, venivano giustiziati. Stiamo parlando soprattutto di coloro che erano accusati di eresia e di stregoneria dalla terribile Santa Inquisizione. Veniva in questi casi, utilizzato il Giudizio di Dio tramite l’acqua, giudizio spesso in voga nei confonti delle streghe nelle nebbiose brughiere d’oltremanica. Ma qui non c’erano molti fiumi e pertanto vi si ovviava posizionando, al centro della Plaza del Rey, una grande bilancia con due piatti: su uno di essi veniva messa una bibbia e sull’altro veniva deposto il presunto pagano o eretico. Se una persona pesava meno della bibbia era innocente, e se invece era più pesante, era certamente colpevole e annegava in una grande tinozza colma d’acqua nella quale il piatto della bilancia si abbassava a causa del peso!
Ancora oggi, a Plaza del Pi n.1, si può vedere lo scudo della Confraternita del Sangue Immacolato di Cristo, che risale al XIV secolo, il quale portava aiuto spirituale ai condannati di Plaza del Rey. Nel famoso Paseo del Borne, gli eretici condannati dalla Santa Inquisizione venivano torturati e bruciati e si credeva che i loro spiriti, una volta liberati dal corpo, possedessero alcuni dei gargoyles del Duomo di Santa Cruz e Santa Eulalia, cioè la Catedrale di Barcellona.
El paseo del infierno:
La Avenida de la Catedral  era nota nel medioevo come il Giro d'inferno, visto che si credeva che qui ci fosse un ingresso alle “Calderas de Pedro Botero” chiamate anche le caldaie dei demonio.
La Santa Inquisizione
Al Museo di Frederic Mares, situato in Carrer dels Comtes, si può ancor oggi vedere lo scudo rappresentativo della temuta Santa Inquisizione, che era situata in un edificio in Plaza de Ivo, sin dal lontano 1542.
Questo scudo di Filippo II, era decorato con i simboli dell’ufficio dell'Inquisizione: una croce cristiana con una spada (gli eretici) e un ramo d'ulivo (la riconciliazione dei pentiti).
L'Inquisizione a Barcellona si comportava come nel resto della Spagna: puniva, torturava e uccideva le persone accusate di superstizione, blasfemia, sodomia o attività appartenenti agli ebrei

domenica 16 gennaio 2011

IL MISTERO DEL QUARTIERE EIXAMPLE


Un quartiere insolito formato di ottagoni. Il quartiere creato da Ildefonso Cerdá mette in pratica un’urbanizzazione funzionale migliorativa o nasconde un significato ben più profondo? Ildefonso Cerdá apparteneva alla massoneria ed era un uomo molti in avanti rispetto al tempo in cui viveva. Uno dei suoi libri preferiti, "Regreso a Icaria" di Etienne Cabet, un testo in cui si definivano le caratteristiche di Icaria, la città ideale, potrebbe averlo influenzato nella costruzione dell Eixample? I viali dritti di questa città utopica dalla forma circolare non potevano essere riproposti per intero nell’Eixample perché esistevano altri quartieri vicini che impedivano al quartiere di avere una forma spiccatamente circolare. Così ricorse a una tecnica massonica per risolvere il problema della quadratura del cerchio. Problema irrisolvibile dal punto di vista matematico, ma non dal punto di vista geometrico…
Tracciando all’interno di un cerchio la figura geometrica chiamata "vesica piscis" (la vescica natatoria del pesce) avremo la possibilità di tracciare un secondo cerchio. Ed ecco che, tracciando un quadrato tangente al primo cerchio, questo sarà identico al secondo cerchio. Proprio come fece nei famosi ottagoni del quartiere Eixample… visibili dal vivo e su qualsiasi cartina di Barcellona.

domenica 9 gennaio 2011

CIUDAD VELLA


Eccoci ancora alla ricerca di simboli esoterici o semplicemente curiosi nel centro storico di Barcellona: la Ciudad Vella. La maggior parte dei turisti sta sulle ramblas ma anche qui si trova qualcuno interessato ad aspetti meno noti, ma non meno importanti della città catalana. Certo è che non si può venire qui senza sapere dove ricercare queste “chicce” e noi, come avete già visto, siamo qui per questo, per condurvi nel mistero. Ecco il Barrio Gotico, ricco di testimonianze, vicende, storie e leggende. Arriviamo da Placa de Cataluna e ci dirigiamo alla Cattedrale eppure, basta guardarsi un po’ intorno e non può sfuggire un’insolita presenza. Su numerosi edifici vediamo il Caduceo di Mercurio, o Hermes. E se è vero che le origini mitiche di Barcellona risalgono a Ercole, figlio di Zeus, che con gli Argonauti navigò sin qui alla ricerca del Vello d’Oro, forse la pietra filosofale? La leggenda riprende e vuole che la spedizione fosse formata da nove barche e che la nona approdò di fronte al Montjuich, ed ecco che Ercole fondò la città chiamandola barca nona,da cui deriverebbe Barcellona. Ecco allora l’immagine di Ercole infante che si libera dai due serpenti inviati dalla gelosa sposa di Zeus, Hera, affinchè lo divorino, con la verga d'oro di Hermes. Ecco l’origine del Caduceo tanto presente a Barcellona. Ma Ercole e Hermes/ Ermete/Thot quali altre cose hanno in comune? Se è vero che Hermes, istigato da Zeus, depositò Ercole bimbo nel grembo di Hera mentre lei dormiva affinchè gli desse il latte dell'immortalità, molte. Ma poi ci viene in mente che Hermes ha accompagnato Ercole nella sua discesa all'inferno per sconfiggere Cerbero, mostro a tre teste, guardiano del Tàrtaro, che consente all'eroe di completare le sue dodici fatiche, ci consentirete di sostenere che queste fatiche sono un'allegoria del raggiungimento della 'Pietra Filosofale', nel linguaggio alchemico. E allora scopriamo che la storia di Ermete è un po’ la storia di Barcellona, della sua fondazione attraverso un eroe civilizzatore. Ed è tutto ben rtappresnetato. Ecco quale è uno dei pregi di Barcellona, chissà perché in questa città la memoria storica non si è perduta, non si è confusa tra decine di altri segni. No. Qui il collegamento con un passato esoterico è ancora presente, per chi sa vederlo, naturalmente. Ma sono sicuro che anche chi è completamente digiuno di queste materie risciurà a notare, girovagando per la città, tutte le numerose rappresentazioni di Ermete. Dappertutto piccole ali alle estremità del corpo e il Caduceo sono onnipresenti, ma come è possibile? Il legame con le antiche tradizioni qui non è stato mai perso, semmai riscoperto. Hermes/Mercurio è ritratto spesso, in diverse maniere, associato o non al Caduceo. Qui regna il dio Hermes che lega Barcellona alla sua tradizione più ancestrale. Ci sarebbe da chiedersi come mai i Maestri d'opera, e gli architetti di molti edifici ottocenteschi abbiano scelto di plasmare senza soluzione di continuità i simboli del dio nelle facciate, nelle cupole, sulle architravi e nelle altre creazioni muratorie. A Barcellona si trovano centinaia di immagini di Ermete/Thot e rappresentazioni dei suoi attributi in case d’epoca, ma anche nei grandi centri commerciali, sugli edifici pubblici e di governo, nei centri culturali, nelle piazze, negli edifici bancari, in sedi di imprese e in decine di altri edifici commerciali o dedicati all'istruzione e alla cultura. Insomma, alzate gli occhi…

venerdì 7 gennaio 2011

GAUDÍ E LA COSTELLAZIONE DELL’ORSA MAGGIORE



Dovevamo tornare su Gaudì, non c’era ombra di dubbio. Ma lo faremo con classe e cercheremo di svelarvi qualcosa che non è di pubblico dominio. Come dice il secondo principio della corrispondenza del Kybalion "Come in alto, così in basso. Come è in bass, così è in alto ", modificato e utilizato in una forma spuria ma ben nota a tutti: “Come in cielo così in terra”. Ecco cosa rimane agli occhi dei profani di un messaggio esoterico fondamentale. Eppure molte culture, a prescindere dalla religione, hanno cercato di prestare fede a questo principio, hanno cercato cioè di plasmare quanto c’è in terra con quanto si vede in cielo. Sin dall’antico Egitto con le sue maestose piramidi allineate con precisione scientifica alla cintura di Orione, ma anche nella grande Cina in cui la Costellazione dell’Orsa Maggiore ha un riferimento preciso nel Tempio di Confucio (la porta Lingxing, il cui nome deriva da questa Costellazione e che simboleggia Confucio come una stella); più recentemente possiamo vedere come, grazie allo studio di Francisca Martín-Cano Abreu, i templari avevano edificato in Spagna i loro siti di modo tale che rappresentassero la posizione di varie stelle e di alcune costellazioni principali presenti nella volta celeste. Vogliamo parlare poi delle cattedrali di Francia? Basta leggere il libro di Javier Sierra, 'Las Puertas Templarias', per scoprire che le principali cattedrali francesi furono costruite su ordine templare e che formano la mappa della Costellazione dell Vergine. Insomma vari sono gli esempi del passato in tal senso. Analizziamo qui, brevemente se e come Gaudì ha tenuto fede al principio mistico esoterico del Kybalion. E per farlo lasciamoci guidare dall’interessante romanzo 'La Clave Gaudí' di Esteban Martín e Andreu Carranza. Nel romanzo leggiamo di sette opere architettoniche: Palau Güell, Casa Batlló, La Pedrera, Casa Vicens, Parque Güell, Casa Calvet e la Sagrada Familia che se viste dall’alto formano proprio la Costellazione dell’Orsa Maggiore. Nel romanzo gli autori parlano anche delle poco conosciute Sette Torri del Diavolo, che si riferiscono allo stesso tema e menzionano un testo in italiano che ne tratta ampliamente e che il famoso occultista René Guenón conosceva bene: queste sette torri formano, come le opere di Guadì la medesima costellazione dell’Orsa Maggiore, anche se i loro punti sono molto più distanti di quelli di Barcellona. Secondo questo ineffabile libro italiano ognuna di queste torri è controllata da sacerdoti di una società segreta e rappresenta un centro di contra-iniziazione. Guenón ci dice che queste sette torri sono ubicate a: 1. zona del Monte Nuba (Sudán ), 2. Níger, 3. Siria, 4. Iraq, 5. zona del Turkestán, 6. estuario del Río Ob ( Siberia ), 7. Isola de Belvy ( Mar di Kara, Rursia).
Ma perché l’Orsa Maggiore?
Ora Plutarco ci dice che per gli antichi egiziani questa costellazione era assimilata agli dei Set-Tifón. Ma che la consideravano foriera di influenze negative, essendo la sua interpretazione simbolica invertita, e che anche per gli antichi egizi rappresentava una sorta di contro iniziazione, una forma distorta della antiche tradizioni ortodosse, così come per esempio la posizione della grandi cattedrali gotiche e che quindi noi dobbiamo considerare l’Orsa Maggiore di Gaudì come basata non su questa tradizione dio contro iniziazione ma invece imperniata sulle sette stelle dell’apocalisse di San Giovanni. Ecco che come le sette stelle dell’Orsa Maggiore compaiono nell’Apocalisse così le sette opere di Gaudì devono associarsi ad essa. Coincidenze labili? Forse. Certo è che quando il grande architetto muore travolto da un tram verranno ritrovati nella sua borsa testi dell’Apocalisse di San Giovanni e un po’ di frutta secca.
Il romanzo 'La Clave Gaudí' ci introduce al mistero e fa intendere che queste sue sette opere possano formare la costellazione dell’Orsa Maggiore e che la geometria sacra è molto più presente nel mondi di quanto si creda.

martedì 4 gennaio 2011

IL MISTERO DELLA CITTA' OLIMPICA



Sono stato a Barcellona la prima volta nel 1992, mancavano un paio di mesi alle olimpiadi eppure già allora qualcosa stava cambiando radicalmente. Sì, ma sempre nello stesso senso. Mi spiego meglio: il luogo ove è stato scelto di edificare la cittadella Olimpica corrisponde al settore della città che è sotto l’influenza del segno dell’acquario. Lo sapevano Pascual Maragall e la sua squadra di tecnici? Forse. Quello che è certo è che da decenni che i socialisti mistici spagnoli volevano urbanizzare la zona. Il nome “Avenida Icaria” evoca la repubblica ideale di Etienne Cabet che nel suo "Regreso a Icaria" descrive la comunità ideale. E il segno dell’Acquario ha al suo interno molteplici caratteristiche di umanità, libertà e rinnovamento. L’acquario simboleggia il nuovo, quale luogo migliore per ubicare la nuova Barcellona?
In ogni modo è significativo che entrando alla Città Olimpica si incontri una gigantesca scultura metallica di un pesce senza testa né coda? Sembra proprio che dalle assolate spiagge barcellonesi si possa vedere il simbolo astrologico dei Pesci, immediatamente precedente a quello dell’Acquario. E il fatto che sia senza testa e senza coda indica il superamento della fase storica che rappresentava la Barcellona fondata da Ercole.
Cosa c’entra direte voi. Forse niente, ma quel grosso pesce metallico si trova casualmente sotto i due edifici più emblematici della zona, basta vederli dal vivo per rendersene conto, le Torri Mapfre e l’Hotel de las Arts. Questi giganteschi edifici sembrano la commemorazione delle Colonne di Ercole posizionate davanti allo stesos mare che vide l’eroe classico nella sua "Barca Nona" (nona barca) che secondo alcuni è la radice originaria del nome di Barcellona.

IL MISTERO DELLE LOGGE MASSONICHE



Con questo articolo cominciamo la lunga disamina delle influenze massoniche a Barcellona. Non è facile stabilire quando la massoneria giunse nella città catalana ma tutto sembra voler indicare il XVIII secolo. In ogni caso, nonostante non esistano prove scritte in senso stretto, esistono dei bassorilievi e delle effigi su due delle tre porte dell’antica Caja de Reclutas della Calle del Comercio. Questi indicano chiaramante la presenza della massoneria nel XVIII secolo.
Dopo la conquista di Barcellona, il re Fillippo V per punire i cittadini per la loro ostinata resistenza decise di abbattere centinaia di case del Barrio de la Ribera fino al limitare della calle del Comercio odierna. Tutti i palazzi furono abbattuti e le rovine gettate in mare e nel terreno così sgomberato successivamente fu edificato il noto quartiere di Barceloneta. Fu il convento dei frati agostiniani a fare da limes per la distruzione anche se parte dell’edificio fu trasformato nella Escuela de Matemáticas del Ejército, e divenne Ospedale Militare. Fu a circa metà del XVIII secolo che furono apposti i simboli massonici della squadra e compasso sopra le porte che tutt’oggi possiamo vedere. Cosa quanto mai insolita a causa del franchismo che come ben si sa era un movimento anti massone per eccellenza, quante truppe saranno passate sotto gli odiati simboli massonici non ci è dato sapere ma sicuramente è facile immaginare il loro stato d’animo contrito. Il XVIII secolo era un secolo particolare nel quale molti officiali dell’esercito parlavano varie lingue, e leggevano regolarmente molti libri. In ogni modo, dopo il breve regno dell’occupazione napoleonica, i massoni francesci non si lasciarono sfuggire l’occasione per fondare la loggia nel Palau Centelles della bajada de San Miguel, la massoneria spagnola crebbe ed eresse la sua sede nella calle della Basea e a Tantarantana, vicino alla odierna piazza Ou. Altre logge nate nella calle Ferlandina oggi si crede fossero le più antiche della città. I vecchi barcellonesi fino a poco tempo fa evitavano di passare nelle strade in cui esistevano le logge perché le ritenevano terreno maledetto. Chi abitava in quelle vie teneva sempre le imposte chiuse per evitare che il diavolo, sì proprio lui, che si credeva prendesse parte regolarmente ai riti dei massoni, potesse inopinatamente infilarsi in casa. Per saperne di più consiglio: